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Ad ogni modo, l’intento è di non riconoscere più integrazioni salariali per attività aziendali destinate alla chiusura: in questo caso, la tutela riconosciuta ai lavoratori sarà legata allo stato di disoccupazione, con la mobilità e, progressivamente in via esclusiva, con l’ASPI.

Sintomatiche sono le disposizioni in materia di finanziamento degli ammortizzatori sociali: previsione di una maggior compartecipazione da parte delle imprese utilizzatrici e, viceversa, riduzione degli oneri contributivi ordinari.

In riferimento all’ASPI, è prevista la sua estensione ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, tipologia contrattuale di cui è annunciato un progressivo superamento.

Riguardo i contratti, come emerge dal richiamo sopra indicato, si annuncia una riforma epocale: semplificazione delle forme contrattuali di lavoro e introduzione di un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio, con l’espressa esclusione della possibilità di reintegrazione del lavoratore per i licenziamenti per motivi economici (dichiarati illegittimi), limitata a licenziamenti nulli (es. licenziamento verbale) e discriminatori ed a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato. Quest’ultima eccezione, se non definita compiutamente con confini precisi, potrà determinare notevoli problemi applicativi.

Al contratto a tutele crescenti è poi abbinata un’agevolazione contributiva triennale, in via di definizione nella Legge di Stabilità 2015, che dovrebbe “affossare” le valutazioni di stretta convenienza economica, a discapito della tenuta giuridica, nella scelta del contratto di lavoro flessibile, come ci insegna la storia recente del lavoro a progetto. Sul superamento di tale tipologia contrattuale, bisognerà vedere come concretamente procederà il Governo: nulla dovrebbe cambiare per quelle forme tipizzate (es. amministratori).

Tra gli altri interventi sui contratti, si segnala la volontà di estendere l’utilizzo del lavoro accessorio per attività discontinue e occasionali.

Il Decreto Legislativo sul contratto a tutele crescenti, stante l’abbinamento con l’agevolazione contributiva in vigore dal 1° gennaio 2015, dovrebbe essere emanato tra la fine del 2014 e i primi giorni del 2015, tenuto conto che, pur in assenza di un iter parlamentare di approvazione, i decreti legislativi hanno un proprio iter a carattere esclusivamente consultivo.